Category: Contrattazione

negoziazione sociale 26 Set
By: Claudia Silivestro 0

Negoziazione sociale in Italia e in Lombardia: il rapporto

Il report pubblicato sul numero Informa di settembre. Nel 2021 sono stati siglati 334 accordi

La negoziazione sociale in Italia e in Lombardia è il tema del numero di settembre del periodico Informa. Come ogni anno, l’Osservatorio dedicato a cura di Fnp Cisl Lombardia, con il lavoro di Pietro Cantoni e Giuseppe Redaelli, analizza il quadro nazionale e regionale dell’attività di contrattazione dei sindacati con gli enti locali. L’anno di riferimento, il 2021, vede una ripresa degli accordi in tutto il paese dopo il forte rallentamento del 2020, segnato dalla pandemia e dal lockdown: in Italia si contano 720 intese, 334 in Lombardia. Nel 2020 gli accordi nella nostra regione erano 208 e nel 2019 erano 422. La Lombardia resta la regione italiana con la più alta percentuale di accordi, il 46 per cento.
Fra i territori, nell’area milanese sono stati firmati, nel 2021, 35 accordi.

Negoziazione sociale in Italia e in Lombardia: importante il lavoro della Fnp

La maggior parte degli accordi è stata firmata con i singoli Comuni e ha durata annuale. Rilevante l’impegno nella negoziazione sociale della Fnp, che da sola ha firmato 321 accordi in 12 mesi. Chi sono i beneficiari della contrattazione? Nella maggior parte dei casi, tutti i cittadini sono coinvolti, ma c’è un focus specifico sui bisogni di anziani, persone non autosufficienti, disabili.

Dichiara Osvaldo Domaneschi, segretario generale Fnp Cisl Lombardia:

“La contrattazione sociale in Lombardia è una esperienza di relazioni sindacali sul territorio che negli anni si è progressivamente estesa, raggiungendo un numero significativo di Comuni e, quindi, manifestando i propri effetti su una ampia platea della popolazione lombarda, nonostante nel corso dell’ultimo biennio si sia confrontata con un contesto particolarmente complesso. Come sindacato, quindi, confermiamo l’interesse e la volontà ad investire sul rilancio di una nuova stagione di contrattazione(…) La contrattazione sociale andrà migliorata in estensione e qualità e dovrà avere un carattere sempre più continuativo e di co-decisione”.

Consulta il numero di Informa con il rapporto sulla negoziazione sociale

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17 Set
By: Staff 0

Amazon riconosce il sindacato, storica intesa tra la multinazionale dell’e-commerce e CGIL CISL UIL trasporti

Amazon, per la prima volta, accetta il confronto con i sindacati riconoscendo rappresentanza collettiva, ruolo e discipline contrattuali in vigore.

Siglata ieri una storica intesa al ministero del Lavoro alla quale hanno apposto la firma le rappresentanze confederali dei lavoratori in somministrazione insieme alle associazioni datoriali del Delivery.

“Abbiamo raggiunto il primo, storico accordo, unico a livello mondiale, sul sistema delle relazioni industriali col colosso dell’e-commerce” sottolineano Fit Cisl Filt Cgil, e Uiltrasporti.

“E’ stato un percorso lungo e difficile – riferiscono le organizzazioni sindacali – che ha raggiunto il culmine nel marzo scorso con la prima mobilitazione generale di 24 ore di tutti i lavoratori della filiera Amazon in Italia: dipendenti diretti dei magazzini: delle aziende di fornitura in appalto di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci. A questa è seguita la ripresa del confronto con Amazon e Assoespressi, anche grazie all’intervento del ministro Andrea Orlando”.

“Una buona notizia, una intesa importante per un settore strategico”.

Commenta proprio il ministro del Lavoro. “Con questo accordo – aggiunge – Amazon si impegna su un metodo di confronto con il sindacato che in altri Paesi ha deciso di non percorrere. Si tratta di una scelta importante per ciò che rappresenta Amazon nel settore della logistica e per quello che la stessa logistica rappresenta oggi – conclude – nella dinamica economica del nostro Paese”.

Intesa di grandissima importanza – scrive il segretario generale, Luigi Sbarra, su Twitter. Per la prima volta si riconosce anche nel E-commerce il ruolo del sindacato, piena applicazione del contratto e la possibilità di negoziare un contratto integrativo aziendale”.

Il protocollo prevede, tra l’altro – riprendono i sindacati – il confronto preventivo sui grandi temi del settore relativi ai nuovi insediamenti sul territorio, sulle politiche industriali e relativamente ai rapporti con le istituzioni nazionali e locali. Sono definite le materie della contrattazione sia a livello nazionale che locale. Viene riconosciuto il ruolo del sindacato a livello nazionale, territoriale e delle rappresentanze sindacali aziendali”.

Inoltre, aggiungono, l’intesa consente di “avviare trattative su temi organizzativi come orari, turni, carichi di lavoro, su elementi normativi come il corretto riconoscimento dei livelli di inquadramento, sulle materie di salute, sicurezza e prevenzione sul lavoro, sulla formazione e sui temi economici come il premio di risultato, incentivi e particolari maggiorazioni. Le trattative su questi temi saranno possibili anche a livello territoriale”.

“Da ora in poi – concludono le organizzazioni sindacali – serve portare avanti fino ad esito positivo, anche il confronto con Assoespressi, in rappresentanza di tutte le aziende che hanno in appalto le attività di consegna delle merci, per poi dare il via a una nuova stagione contrattuale in tutta la filiera di Amazon”.

Soddisfazione infine anche da parte delle associazioni datoriali Conftrasporto-Confcommercio.

“I protocolli siglati – affermano – rappresentano un’ulteriore prova del nostro impegno nell’instaurare un dialogo costruttivo e responsabile con i rappresentanti dei lavoratori sia a livello nazionale che di sito.

Riteniamo che le relazioni improntate su queste basi possano favorire le strategie di investimento di Amazon nel Paese”. Il colosso dell’E-commerce ha impiegato in Italia oltre 6 miliardi di euro negli ultimi 10 anni creando 12.500 posti di lavoro a tempo indeterminato.

Cecilia Augella, da Conquiste del Lavoro

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14 Set
By: Staff 0

Accordo tra Governo e Sindacati sul Green Pass: Sbarra, riprendere il dialogo sociale

“Oggi pomeriggio c’è stato un incontro con il Governo per fare chiarezza dopo settimane di confusione istituzionale e fughe in avanti quanto meno inopportune da parte di tante aziende.

Finalmente si stabilisce un quadro normativo stabile e uniforme sul green pass nei luoghi di lavoro: una svolta che la Cisl saluta positivamente, a patto che sia accompagnata da un forte affidamento alla contrattazione e ai protocolli sulla declinazione concreta nei singoli comparti e siti produttivi”.

Lo ha detto  il 15 settembre a Gorizia il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra concludendo un convegno dello Ial del Friuli Venezia Giulia.

“Per noi rimane determinante la garanzia sulla gratuità di tamponi per i lavoratori fragili: contestualmente vanno trovate soluzioni per scongiurare che tutti i lavoratori si carichino di costi impropri, vista l’emergenza sanitaria e la consolidata consuetudine che vede le aziende farsi carico degli oneri su salute e sicurezza.

La Cisl resta peraltro convinta che l’obbligo vaccinale resti la strada più efficace per uscire dalla crisi sanitaria ed economica e che il certificato verde debba essere un ponte che porti al via libera dell’erga omnes sulle immunizzazioni.

L’auspicio è che Governo e Parlamento assumano fino in fondo le proprie responsabilità superando le contraddizioni interne alla maggioranza. È fondamentale superare e risolvere la questione del passaporto verde per tornare subito a confrontarsi di sviluppo, occupazione, investimenti e coesione.

Per questo chiediamo al Presidente Draghi di riallacciare i fili di un dialogo sociale forte e strutturato sui temi che qualificheranno la legge di bilancio, la messa a terra dei progetti Pnrr, verso un nuovo modello di relazioni sociali e industriali partecipativo. C’è solo un modo per coniugare tutto: un grande patto di concertazione che faccia avanzare riforme e progetti su obiettivi strategici comuni. Questo è il momento” ha concluso Sbarra.

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13 Set
By: Staff 0

Pensioni: La vertenza continua

Mancano meno di quattro mesi alla scadenza della pensione con Quota 100 e, tuttavia, il Governo sembra non considerare prioritaria, insieme altre importanti riforme in cantiere in questo periodo, una revisione del nostro sistema previdenziale nell’ottica di una maggiore equità.

Un passaggio brusco dai requisiti previsti da Quota 100, alle regole generali della legge Monti-Fornero comporterebbe per molti lavoratori e lavoratrici uno scalone di 5 anni  e sarebbe socialmente insostenibile, tanto più alla luce del definitivo superamento del blocco dei licenziamenti e delle numerose crisi aziendali in atto che non potranno essere superate nell’arco di qualche mese, nonostante le positive previsioni economiche che si stanno delineando per il prossimo anno, né gestite con la sola riforma degli ammortizzatori sociali.

La riforma del sistema previdenziale che Cisl Cgil e Uil propongono nella piattaforma sindacale unitaria, non si limita all’introduzione di una maggiore flessibilità in uscita, ma guarda anche alla necessità di correggere gli aspetti più iniqui del sistema contributivo, all’urgenza di sostenere la previdenza delle donne, particolarmente penalizzate dalle riforme pensionistiche di questi decenni, all’esigenza di assicurare un futuro previdenziale dignitoso ai giovani con l’introduzione di una pensione di garanzia, al bisogno di tutelare chi svolge lavori usuranti, lavori di cura e i lavoratori fragili.

Inoltre, è importante rilanciare la previdenza complementare, che rischia di essere messa in discussione e preservare il potere di acquisto delle pensioni sostenendo in particolare i pensionati con redditi più bassi attraverso l’ampliamento della quattordicesima e la rivalutazione delle pensioni.

Tutte queste richieste sono state rinnovate al Ministro del lavoro Orlando nell’incontro tenutosi lo scorso 27 luglio ma fino ad ora non abbiamo avuto riscontri effettivi.

Il tempo sta scorrendo, dal momento che entro fine mese verrà presentata dal Governo la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza propedeutica alla elaborazione della Legge di bilancio. Noi continueremo ad insistere in tutte le sedi istituzionali e politiche perché il tema della previdenza e delle pensioni venga assunto come prioritario.

Per sostenere le nostre posizioni vi inviamo un volantino unitario, in varie risoluzioni, da diffondere presso tutte le sedi, gli iscritti e i luoghi di lavoro.

Luigi Sbarra

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10 Set
By: Staff 0

Politiche attive del lavoro: Oltre 5 miliardi dall’Europa

La garanzia di occupabilità dei lavoratori è “parte integrante” del Rcovery plan.

E’ quanto ha detto mercoledì pomeriggio il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, alle parti sociali introducendo il tavolo sulle politiche attive.

Orlando ha sottolineato che si tratta di ”’un’occasione storica per il rilancio del settore, con un livello di investimenti che non c’è mai stato”.

L’auspicio è che la Gol (Garanzia di occupabilità del lavoro) entri in vigore entro l’autunno. Viste le competenze attribuite alle Regioni dal titolo V della Costituzione Orlando auspica anche un confronto tra queste e le parti sociali.

Il programma Gol si rivolge a tutte le persone beneficiarie di un ammortizzatore sociale o del Reddito di cittadinanza, oltre che giovani neet, persone con disabilità e altre persone in condizione di fragilità nella ricerca del posto di lavoro.

Per ciascuno è previsto un percorso appropriato alle caratteristiche personali e alla situazione del mercato del lavoro locale.

Se la persona è facilmente ricollocabile scatteranno gli interventi per accompagnarlo a un nuovo lavoro, altrimenti verrà indirizzato alle attività di formazione. Oltre a questi percorsi ad personam, ce ne saranno altri di gruppo in caso di crisi aziendali.

Infine, ci saranno percorsi ad hoc nei casi che incrociano l’esigenza di inserimento sociale o di conciliazione tra lavoro e famiglia, per esempio per le madri single.

L’orizzonte temporale è quello del Piano nazionale di ripresa e di resilienza: quindi il quinquennio 2021-25. Le risorse complessive in questo ambito previste dal Pnrr sono pari a 4,4 miliardi di euro su Gol, cui si aggiungono 500 milioni di euro a valere sul React-Eu, 600 milioni di euro per il rafforzamento dei centri per l’impiego (di cui 400 già in essere e 200 aggiuntivi, oltre ad ulteriori 470 che restano sul bilancio dello Stato) e 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale.

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08 Set
By: Staff 0

Sindacati e Confindustria concordano: Vaccinazione anti covid obbligatoria

“È stato un incontro positivo con Confindustria dopo mesi di mancato confronto. Abbiamo registrato una comune convergenza sulla richiesta al Governo ed al Parlamento di assumersi la responsabilità nell’adottare un provvedimento legislativo che sancisca l’obbligo alla vaccinazione per tutti i cittadini. Il vaccino è l’unica arma che può aiutarci a sconfiggere il Covid”.

Lo ha sottolineato il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra.

“Abbiamo dato la disponibilità a migliorare e rafforzare i contenuti dei protocolli sulla sicurezza soprattutto per quanto riguarda la gestione degli spazi comuni, nella prospettiva di rendere ancora più sicuri i luoghi di lavoro.

Abbiamo convenuto sulla necessità di fare una grande campagna di informazione e comunicazione, aprendo alle nostre assemblee la partecipazione di medici, virologici e di rappresentanti del mondo scientifico e sanitario per parlare con i lavoratori e convincerli sulla scelta importante della vaccinazione.

Abbiamo dato anche la nostra disponibilità, qualora il Governo adottasse una norma legislativa sull’obbligo del green pass, a discutere nel merito per evitare che i costi dei temponi ricadano sui lavoratori in ragione dell’emergenza sanitaria.

Abbiamo sottolineato a Confindustria che il tema dei vaccini si associa ad altre questioni sicuramente importanti e su cui abbiamo chiesto un incontro urgente al Governo su crescita, Pnrr, ripresa economica, lavoro, riforme economiche, da quella fiscale al tema della previdenza e delle pensioni, al tema degli ammortizzatori e delle politiche attive.

Abbiamo registrato una comune disponibilità a fare ancora di più e meglio uno sforzo negli ambienti lavorativi sugli infortuni e le malattie professionali anche attraverso un rapporto più forte con le commissioni bilaterali”.

I sindacati dei pensionati appoggiano in pieno le proposte delle confederazioni.

“Siamo pienamente favorevoli ad una legge sulla obbligatorietà del vaccino – scrive il segretario generale della FNP Piero Ragazzini – soprattutto in difesa di chi è più esposto al rischio, come anziani, fragili ed operatori sanitari per i quali chiediamo al Governo di fornire con urgenza indicazioni in merito alla terza dose.

 

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21 Ago
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Insieme verso la transizione. Accordo tra  ANCI e sindacati Lombardi

Il 28 di luglio è stato sottoscritto tra ANCI e CGIL-CISL-UIL Lombardia, un protocollo con la finalità di innovare e perfezionare il sistema di relazioni sindacali, in continuità e sulla base della consolidata esperienza trascorsa, anche con l’intento di favorire il confronto in ambito locale.

L’intesa raggiunta, oltre a confermare i contenuti già precedentemente condivisi in tema di welfare, politiche abitative e appalti, affronta aspetti innovativi in materia di utilizzo delle risorse del Next Generation UE, di politiche fiscali e di bilancio e di sviluppo sostenibile, oltre a promuovere la diffusione di esperienze di coprogrammazione per le politiche di investimento nei territori.

Con riferimento alla prossima programmazione Europea 2021-2027 Anci e Organizzazioni Sindacali hanno condiviso l’avvio di un percorso per favorire l’attuazione di politiche di coesione territoriali, attraverso la progettazione e la realizzazione di interventi finanziati con le risorse dei POR FESR e FSE. 

In tema politiche fiscali e di bilancio le parti hanno espresso la volontà di attivare iniziative, anche formative, con lo scopo di incrementare le competenze in materia di contrasto all’evasione fiscale e di accertamento dei tributi regionali da parte dei Comuni e di consolidare gli impegni di spesa in tema di welfare locale. 

Per quanto concerne la sfida, presente e futura, inerente alle politiche di sviluppo sostenibile Anci e Cgil, Cisl e Uil hanno ravvisato l’opportunità di avviare un confronto sulle aree tematiche e i conseguenti strumenti di sostegno ai Comuni chiamati a operare per il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. 

Tutto ciò con riferimento agli interventi di contrasto al cambiamento climatico riguardo al percorso di transizione ecologica ed energetica, con particolare riguardo alle politiche di mobilità, alla gestione dei rifiuti, alla difesa del suolo, al contrasto del dissesto idro geologico, alla gestione e alla qualità delle acque.

Le parti, infine, con riferimento alla revisione della legge regionale 23/2015 attualmente in corso di approvazione presso il Consiglio Regionale, auspicano che venga rafforzata la medicina e i servizi sanitari e socio sanitari territoriali e potenziato il ruolo dei sindaci nella programmazione distrettuale. 

Anci e Cgil, Cisl e Uil esprimono la propria soddisfazione per l’intesa raggiunta e per i temi innovativi in essa affrontati, che costituiscono la vera alleanza per una ripartenza.

Leggi la nota di approfondimento di CISL e FNP Lombardia

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bonus psicologo 2022 25 Lug
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Reddito di cittadinanza: Oltre il 50% delle famiglie povere non lo percepisce

Rapporto Caritas su pregi e limiti del sussidio per la povertà istituito nel 2019

Si è svolta a Roma la presentazione della sesta edizione del Rapporto sulle Politiche contro la povertà, con un monitoraggio sul Reddito di Cittadinanza, dal titolo “Lotta alla povertà: imparare dall’esperienza, migliorare le risposte”. È stata l’occasione per avanzare alcune proposte di miglioramento e per il Ministro Orlando il Reddito di Cittadinanza non può essere abolito o il Paese si ritroverà da un giorno all’altro senza strumenti per contrastare l’impoverimento crescente. Questo è, al momento, lo studio più ricco e articolato sinora prodotto sull’attuazione del RdC in Italia.

Il rapporto è l’esito di un percorso di studio, ricerca e riflessione che muove, dunque, dall’esigenza di comprendere a fondo le dinamiche dell’attuazione della misura del RdC, interpellando tutti gli attori che sono impegnati nella sua realizzazione e creando occasioni di confronto e di scambio tra le persone. Ed è anche, allo stesso tempo, uno strumento che intende, alla luce del lavoro svolto, proporre una direzione di cambiamento del RdC in un’ottica di partecipazione condivisa e plurale. Il volume si compone di sei parti: il profilo dei beneficiari del RdC e le caratteristiche del trasferimento monetario; i percorsi di inclusione; il RdC e i beneficiari dei servizi Caritas; il RdC nel contesto internazionale; le misure emergenziali; riflessioni conclusive.

Secondo i dati attualmente disponibili, infatti, fra le famiglie in povertà il 44% beneficia del Reddito mentre il 56% non fruisce della misura. Esiste dunque una percentuale significativa di persone che vivono sotto la soglia di povertà che non ricevono la misura avviata nel maggio 2019 proprio nell’ottica del contrasto alla povertà e della promozione dell’attivazione lavorativa, questo significa che in Italia più della metà dei poveri non riceve il Reddito di Cittadinanza.

I dati disponibili mostrano che fra tutti coloro che ricevono il Reddito di Cittadinanza, il 64% sono famiglie in condizione di povertà ma il 36% sono famiglie che non vivono sotto la soglia di povertà: è il tema dei cosiddetti “falsi positivi”, cioè di persone che rientrano nelle regole fissate per ottenere la misura pur non essendo in realtà al di sotto della soglia che definisce la povertà assoluta (da notare che se la Caritas individua in questa situazione oltre un terzo dei beneficiari del RdC, la Banca d’Italia in un suo studio si spinge a stimarne una quota pari al 51%, oltre la metà dei beneficiari).

I dati indicati dalla Caritas segnalano che le famiglie povere escluse tendono più di frequente a risiedere nel Nord, ad avere minori, ad avere un richiedente straniero e ad avere un patrimonio mobiliare (risparmi) superiore alla soglia consentita.

Attualmente sono escluse dalla possibilità di richiedere il RdC ben 4 famiglie straniere su 10.

È necessario agire per realizzare quei cambiamenti che siano capaci di rendere la misura più precisa nel suo obiettivo di contrasto alla povertà. Si propone quindi un’agenda per il riordino del RdC a partire da quattro presupposti: il RdC è importante nel fronteggiare la povertà; sono maturi i tempi per un riordino finalizzato a rafforzarlo; vi è un’ampia concordanza nella ricerca scientifica sulle principali aree di miglioramento; vi è la necessità di un insieme limitato d’interventi disegnati con precisione chirurgica.

Il Reddito di Cittadinanza è un’opportunità che va accompagnata a livello locale, va monitorata a livello nazionale, è uno strumento per promuovere una conoscenza competente della povertà anche a partire da un’attenta analisi delle politiche di contrasto per creare sempre di più percorsi di accompagnamento, è un sostegno alle persone in povertà, è necessario ed è un bene prezioso che va mantenuto e sempre più migliorato avendo a cuore soprattutto le condizioni dei più “fragili”.

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23 Lug
By: Staff 0

Riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti

Riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti: ecco le 5 proposte al Parlamento e ai Ministri Orlando e Speranza da parte del neonato “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”.

Una grande riforma per l’assistenza agli anziani non autosufficienti che punti alla integrazione degli interventi socio-sanitari, tenendo conto delle specifiche ed eterogenee condizioni degli anziani e delle loro famiglie, incrementando i finanziamenti pubblici in particolare per i servizi domiciliari e residenziali e puntando sulla innovazione.

È questa in sintesi la riforma che il neonato “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” chiede al Parlamento e ai Ministri della Salute Roberto Speranza e del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando, presenti oggi all’evento trasmesso sulle pagine social di Cittadinanzattiva e del Forum Disuguaglianze e Diversità. 

Secondo l’ultimo Dossier Istat, il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni è notevolmente aumentato, passando dal 33,5% del 1951 a quasi il 180% del 2019 (era il 148,7% nel 2001).  Oggi sono circa tre milioni gli anziani non autosufficienti, ossia coloro che non sono in grado di svolgere da soli le normali attività quotidiane e hanno bisogno di un accompagnamento: rappresentano il 5% della popolazione e il loro numero è destinato a raddoppiare entro il 2030. 

“Plaudiamo a questa iniziativa, unica e pertanto apprezzabile, perché vede per la prima volta assieme le OO.SS dei Pensionati e le Associazioni più rappresentative, impegnate congiuntamente nel chiedere al Governo e al Parlamento di dare, con provvedimenti adeguati,  la necessaria attenzione alla non autosufficienza.” Sono state queste le prime dichiarazioni del Segretario generale Piero Ragazzini, durante il suo intervento a nome dei sindacati dei pensionati.

“Come SPI-CGIL  FNP-CISL  e  UILP-UIL Pensionati, aderiamo a questo Patto per la non autosufficienza perché riteniamo importante condividere e sostenere una iniziativa utile a rafforzare la nostra azione sindacale che ha lo stesso obiettivo, seppur sia necessario precisare che con la nostra piattaforma rivendichiamo una legge quadro sulla non autosufficienza, entro l’anno in corso, per assistere tutti i soggetti non autosufficienti, a partire dagli anziani che rappresentano la maggioranza.

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16 Giu
By: Staff 0

Sanità lombarda da cambiare: I sindacati pensionati incontrano la commissione del Consiglio Regionale

Intervento dei pensionati Spi Cgil Fnp Cisl Uil Uilp di Lombardia presentato alla Terza Commissione “Sanità e politiche sociali” di regione Lombardia

Milano, 16 giugno 2021 ore 10 audizione

In questa importante occasione i sindacati dei pensionati di Cgil Cisl Uil invitano politica, istituzioni e noi tutti a non dimenticare quanto è accaduto in Lombardia durante la pandemia.

A non dimenticare le tante persone donne e uomini, soprattutto vecchi, che ci hanno lasciato. A non dimenticare medici, infermieri e operatori impegnati in prima linea, e in particolare coloro che sono morti o si sono contagiati mentre svolgevano il loro lavoro per gli altri.

La pandemia ci ha mostrato le debolezze e le falle del nostro sistema sanitario, sociosanitario lombardo, e ha evidenziato che oggi non può essere sufficiente parlare di ritocco ma occorre un profondo ripensamento di sistema, a partire da ciò che non ha funzionato e da ciò che invece ha funzionato.

In questa autorevole sede esterniamo il nostro disappunto rispetto alle lacune e alle criticità del sistema sanitario lombardo, In particolare per quanto riguarda alcune inadeguatezze a fornire risposte ai bisogni sanitari, socio sanitari e assistenziali degli anziani, che abbiamo il privilegio di rappresentare.

E questo anche prima della pandemia, basti pensare alle liste di attesa e alla continuità assistenziale dopo il ricovero.

Per quanto ci riguarda, le linee guida del riordino della sanità lombarda presentate lasciano ancora troppi dubbi aperti su come dovrebbe essere riorganizzata la prevenzione, la medicina territoriale, l’assistenza domiciliare sociosanitaria, la governance della Direzione Generale Welfare, il rapporto pubblico e privato.

In particolare, la pandemia Covid ha evidenziato le note limitazioni del servizio sociosanitario lombardo per quanto riguarda le articolazioni territoriali dei Dipartimenti di igiene e prevenzione, che devono essere “ricostruiti” dentro un sistema di prevenzione “aggiornato” dalle ultime esperienze. In numero adeguato, tenendo conto di densità abitativa e estensione territoriale con un autorevole e forte coordinamento centrale presso la Direzione Generale Welfare.

Al riguardo, non vediamo assegnato quel rafforzamento organizzativo e funzionale della Direzione Generale Welfare che consentirebbe una maggiore capacità di coordinamento e di indirizzo del sistema. Criticità che, in questi anni, ci ha purtroppo visto più volte confrontarci con comportamenti disomogenei tra Ats e Ats, tra Asst e Asst, tra Ats e Asst, che hanno causato notevoli disagi e diversità nell’accesso ai servizi per i cittadini in Lombardia. E nelle linee presentate manca, in tal senso, un rafforzamento della struttura centrale regionale di indirizzo e coordinamento delle attività sanitarie e sociosanitarie a livello di Direzione Generale Welfare.

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