
Sanità in Lombardia, giusto, doveroso e responsabile chiedersi che cosa è successo con la pandemia
Emilio Didonè invita tutti a una consapevole riflessione su quanto è successo, a ricordare i fatti così come sono, a leggere le decisioni e le carte. Insomma, un accorato invito a coerenza e senso di responsabilità.
In merito alla sanità in Lombardia e al dibattito dei giorni scorsi, Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, interviene “a freddo” con una riflessione aperta a istituzioni, mondo della politica, organi di informazione, associazioni, lavoratori, pensionati, cittadini.
“Le recenti dichiarazioni alla Camera (la sede idonea in questi casi), le divergenze sulla gestione dell’emergenza tra Regioni e Governo, le divergenza tra Regioni e Regioni, le divergenza tra Regioni e Comuni meritano un’analisi onesta, il più corretta possibile intellettualmente e scevra da qualsiasi pregiudizio”.
Dichiara Emilio Didonè che “In queste settimane, ci accade di notare una distanza tra i fatti reali di come li stiamo vivendo e le diverse interpretazioni dei media.
La percezione dei fatti, vissuti in prima persona, non ha nulla a che vedere con quello che raccontano i media.
Constatiamo che, se si critica la sanità in Lombardia è lesa maestà, subito si levano fortissime voci di protesta, quasi che si trattasse di un sistema da difendere sempre e in ogni caso, a prescindere”.
“In Cisl pensionati, siamo e restiamo autonomi e indipendenti da ogni posizione politica: siamo testimoni di ciò che accaduto, di ciò che accade e di ciò che si potrebbe migliorare, a prescindere dal colore politico dei rappresentanti delle istituzioni. Più volte, nel parlare della situazione nazionale e regionale, siamo intervenuti, persuasi che criticare il nostro Paese significa amarlo.
La reazione alla critica, allora, non dovrebbe essere di solo sdegno e di negazione, persino dell’evidenza.
Una sana reazione alla critica – continua Didonè – vorrebbe dire essere capaci di fare autocritica, riconoscere i propri errori, lavorare per non ripeterli e per migliorare il sistema dove si è dimostrato più carente. Dopo il primo modello arriva il secondo, il terzo, eccetera, sempre meglio del precedente, se vuoi soddisfare i cittadini”.
“Sul territorio lombardo i numeri dei contagi, dei decessi, della diffusione della malattia, della tragedia che si è consumata nelle Rsa sono troppo alti perché si possa parlare solo di sfortuna, di casualità e di tsunami.
“Il sindacato dei pensionati Cisl Lombardia, sin da fine febbraio, si è esposto in prima persona (contro il parere di molti) a chiedere prudenza e cautela, in particolare agli anziani, nei comportamenti individuali per quella che si preannunciava da subito un’emergenza di grandi proporzioni.
A marzo, il sindacato dei pensionati, unitariamente, ha dichiarato “inapplicabile” la delibera regionale che permetteva alle Rsa di ospitare pazienti Covid19.
Si sono succeduti poi diverse dichiarazioni pubbliche, richieste di incontro e comunicati stampa che chiedevano più controlli e più interventi, visto il livello di contagio negli ospedali, tra gli operatori sanitari, tra i medici di base, nelle stesse Rsa.
Tutte ignorate da Regione Lombardia che ha continuato a fare errori senza mai ascoltarci”.
“Sulla necessità di rafforzare la medicina territoriale, sull’importanza dell’assistenza domiciliare, della telemedicina, del prendersi cura della persona e di un modello sanitario che “non penalizzi” la sanità pubblica, il sindacato si è speso da sempre.
Ora ci siamo tutti resi conto che la sanità è una “res cosa pubblica” e ci chiediamo: ma quali e quanti interessi si muovono in Lombardia, se ogni accenno di critica alla situazione attuale crea tanto scompiglio?”.
“Oggi come in futuro – conclude Didonè – tutti noi siamo chiamati a rispondere alla nostra coscienza, ai nostri valori, all’esame dei fatti così come si sono svolti, alla memoria puntuale di quello che è successo.
Tutti noi siamo costretti a guardarci allo specchio, richiamati alla coerenza tra la nostra oratoria e i nostri comportamenti.
Vale per tutti: cittadini, rappresentanti politici, responsabili delle istituzioni. Almeno a partire da ora, che si provi a far coincidere parole e fatti”.