Caro Ministro. Lettera di un insegnante a Salvini

Il Ministro Salvini non perde giorno senza aver fatto una dichiarazione di intolleranza. A lui si è rivolto un insegnante di Pordenone, scrivendogli una lettera aperta:

“Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: «Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”.

Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe.

La politica che faccio e che farò è quella nella sua accezione più alta: come vivere bene in comunità, come diventare buoni cittadini, come costruire insieme una polis forte, bella, sicura, luminosa e illuminata. Ha tutto un altro sapore, detta così, vero?

Ecco perché uscire in giardino e leggere i versi di Giorgio Caproni, di Emily Dickinson, di David Maria Turoldo è fare politica. Spiegare al ragazzo che non deve urlare più forte e parlare sopra gli altri per farsi sentire è fare politica. Parlare di stelle cucite sui vestiti, di foibe, di gulag e di tutti gli orrori commessi nel passato perché i nostri ragazzi abbiano sempre gli occhi bene aperti sul presente è fare politica.»

Una lezione che, a ben vedere, farebbe bene anche molti dei nostri politici che, purtroppo, queste semplici regole le hanno trasformate nel loro contrario.


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