La lettera unitaria: un rischio la riduzione della copertura pubblica dei costi per la non autosufficienza
I sindacati dei pensionati sono contrari all’ultimo emendamento sui Livelli essenziali di assistenza socio sociosanitaria residenziale e semiresidenziale alle persone non autosufficienti. Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno inviato, il 12 marzo, una lettera al presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa e ai presidenti dei gruppi parlamentari del Senato della Repubblica, per chiedere conto di quanto approvato nella 10^ Commissione del Senato della Repubblica.
La formulazione dell’emendamento è poco chiara, scrivono i sindacati, ma il timore è che si arrivi a una riduzione della copertura pubblica dei costi delle Rsa per gli ospiti, con un conseguente e notevole incremento della spesa a carico delle famiglie.
Il testo, infatti, darebbe la possibilità di ridurre la copertura dei costi oggi a carico del Servizio sanitario nazionale per i “trattamenti estensivi di cura e recupero funzionale a persone non autosufficienti” e per i “trattamenti di lungo assistenza, recupero e mantenimento funzionale, ivi compresi interventi di sollievo per chi assicura le cure, a persone non autosufficienti”.
Il rifermento sembra comprendere il caso delle rette Rsa per i malati di Alzheimer, per le quali alcune sentenze recenti hanno sollevato la questione. Secondo la Cassazione, a causa della gravità della malattia, l’assistenza in Rsa sarebbe da addebitarsi per intero al servizio sanitario nazionale. L’emendamento va in direzione opposta, come scrivono i sindacati:
Anziché intervenire, anche alla luce di recenti ordinanze in materia della Corte di Cassazione, per alleviare il peso che già grava sulle persone più fragili e sulle loro famiglie, queste ultime si penalizzano con costi aggiuntivi.
Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil chiedono il ritiro dell’emendamento.