In ricordo di Luisa Lavazza

Luisa Lavazza

Dopo una lunga malattia, ci ha lasciato Luisa Lavazza, una grande donna della CISL di territorio. Per anni è stata la persona che più ha rappresentato la sede CISL di Legnano in via Alberto Da Giussano, difficile immaginarla senza di lei. “La Luisa”, come tutti la ricordano, era la persona che per prima accoglieva chiunque si rivolgesse ai nostri uffici. Non una semplice impiegata addetta all’accoglienza, ma una persona che ti prendeva in carico, innanzitutto ti ascoltava, anche a lungo se necessario. La persona che sapeva trovare le prime risposte immediate, senza aspettare il sindacalista della categoria, che ti controllava la busta paga, impugnava il licenziamento o il provvedimento disciplinare, che faceva la telefonata necessaria, che illustrava i diritti al lavoratore e lo consigliava e che poi manteneva i contatti, sollecitava gli operatori della categoria, rassicurava.

Le sue qualità di empatia hanno certamente contribuito a costruire la comunità CISL fin dagli anni ‘50, quando venne assunta giovanissima. Nella sua lunga esperienza, tutta fatta in quegli uffici delimitati tra via Alberto da Giussano e via Lega, ha avuto la possibilità di lavorare con grandi sindacalisti che in seguito hanno svolto ruoli importanti a livello territoriale e nazionale, come Maresco Ballini, salito al nord da Calenzano al termine dell’esperienza della scuola Popolare di Don Lorenzo Milani, o lo stesso Pierre Carniti, per un po’ esiliato nella cittadina dell’alto milanese. Fu lo stesso leader a premiarla nel 1983 con la consegna di una targa.

Modesta, silenziosa, mai una parola di troppo, sempre interessata ai problemi di tutte quelle persone che ogni giorno incontrava, un esempio per tutti i sindacalisti nonostante lei fosse catalogata solo come una “impiegata”.
Una volta andata in pensione, ha solo cambiato ufficio, restando nella stessa sede come volontaria della FNP e continuando a mettere in luce le sue qualità di accoglienza e di ascolto, questa volta verso i più fragili e vecchi. Da qualche anno aveva dovuto lasciare le sue attività a causa di una malattia che progressivamente se l’è portata via. Noi continueremo a ricordarla come “la Luisa”, una dei tanti santi minori che hanno fatto grande la Cisl.

Luigi Maffezzoli