Le due vittime del 6 maggio: Roberto Vitale, 60 anni e Endrit Ademi, 24 anni
Due morti sul lavoro ieri, martedì 6 maggio, si sono verificate nel milanese. Endrit Ademi, 24 anni, è caduto dal terzo piano di un condominio in via Bassini, dove stava eseguendo dei lavori di tinteggiatura. Roberto Vitale, 60 anni, a Carpiano, comune dell’hinterland meridionale, è stato investito da un collega alla guida di una motrice.
Sul caso di Endrit Ademi, le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno diffuso un comunicato stampa invocando più sicurezza sui cantieri edili. È inaccettabile, hanno dichiarato, che nel 2025 si continui a morire sul lavoro. I sindacati chiedono che vengano effettuati controlli rigorosi e che si investa nella formazione. A quanto emerge dalle prime ricostruzioni, Endrit Ademi, che non era imbragato, ha subito una caduta da un’altezza di 12 metri, caduta che il parapetto del ponteggio non ha impedito.
Il secondo infortunio di ieri, quello di Roberto Vitale, non è il solo caso di incidente che coinvolge un lavoratore sopra i 60 anni. Per alcune mansioni, gli infortuni in età matura sono numerosi e non mancano casi di incidenti mortali che coinvolgono persone al lavoro, anche se già in pensione. In aprile 2025 era morto Massimo Mirabelli, 76 anni, pensionato, colto da un malore il primo giorno di un suo nuovo incarico.
Fra le sette vittime dell’incidente a Suviana, un anno fa, c’erano Mario Pisani, 73 anni e Vincenzo Garzillo, 68 anni. Fra coloro che muoiono sul lavoro, anche se formalmente in pensione, ci sono pensionati che arrotondano per avere più denaro alla fine del mese, ma anche titolari d’impresa o tecnici esperti (come nel caso di Suviana).
Quale che sia l’età, la media nazionale di incidenti mortali sul lavoro è almeno di 3 casi al giorno.