Oggi siamo a Milano insieme all’Anpi per celebrare il 25 aprile e ricordare un patrimonio di idee, di valori, di passione civile che non bisogna disperdere, ma che, anzi, occorre continuare a trasmettere ai giovani, nelle scuole, nei luoghi di lavoro.
La festa della liberazione non è un “derby” come sostiene qualcuno: appartiene a tutti gli italiani. La nostra democrazia è frutto del sacrificio di una generazione che si è battuta per la difesa della libertà, della tolleranza, del pluralismo delle idee.
Ecco perché è inaccettabile e vergognosa l’apologia del fascismo come quella dello striscione esposto a Milano da alcuni pseudo tifosi, una provocazione che meriterebbe finalmente una risposta severa dal Governo e dalle istituzioni sportive.
Non si possono mettere in discussione i principi fondamentali che insieme al diritto al lavoro ritroviamo nella Costituzione e su cui si fonda la nostra Repubblica. Da lì bisogna ripartire.
Senza lavoro non c’è sviluppo, progresso, libertà. Il lavoro è il primo diritto di cittadinanza, quello che rende davvero la persona libera e pienamente realizzata nella società. Per questo dobbiamo costruire anche una nuova Europa, puntando sui fattori della crescita, più investimenti pubblici, infrastrutture, un fisco più equo, integrazione.
Le condizioni di vita possono cambiare solo con un cammino collettivo di partecipazione, rinascita e di speranza, proprio come avvenne con la Liberazione settantaquattro anni fa. Non dobbiamo sottovalutare i virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi viene bollato come diverso.
Tanti cittadini, tante organizzazioni della società civile, tanti giovani credono che un’altra strada sia possibile.
Come Simone, il quindicenne di Torre Maura che ha ribattuto colpo su colpo ad alcuni esponenti di Casa Pound sul caso dei rom “sfrattati” a furor di popolo. Oppure Rami, il piccolo grande eroe che ha salvato con il suo coraggio gli ostaggi del pullman di Milano e che sogna di diventare Carabiniere. S
ono loro il simbolo positivo di questo 25 aprile, per affermare un’altra visione della realtà che metta al centro il valore della persona, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto sociale.
Annamaria Furlan – Segretaria generale Cisl