Nel discorso di Sant’Ambrogio dell’arcivescovo, l’analisi di un disagio sociale
Delpini ha scelto il tema chiave della “stanchezza” per descrivere i nodi irrisolti della società attuale e, non ultimo, di Milano. Nel discorso alla città di Sant’Ambrogio, pronunciato questa mattina, 7 dicembre, l’arcivescovo Mario Delpini ha parlato di una stanchezza diffusa, menzionando molte questioni di disagio sociale, come il lavoro povero, la sicurezza, il carovita.
Il titolo del discorso è “Lasciate riposare la terra”, una metafora che abbraccia diversi ambiti, da quelli morali alle condizioni oggettive, da temi come l’inquinamento alle guerre, alle condizioni di sfruttamento e di grave diseguaglianza sociale. In un intervento ampio, con molti riferimenti ad accadimenti globali e con uno sguardo al Giubileo del prossimo anno, Delpini ha sottolineato anche problemi che concretamente si vivono in città: con “consumo avido di suolo”, persone che non hanno dimora e case vuote, turisti frettolosi e al tempo stesso degrado, ritmi di vita e costi insostenibili.
Per la Cisl è stato Giovanni Abimelech, segretario generale, a sottolineare alcune delle riflessioni del discorso dell’arcivescovo:
Il Discorso alla città è ricco di messaggi che invitano a riflettere ed esortano ad agire per cambiare ciò che non va bene. È un appello all’assunzione di responsabilità, ognuno per il suo ruolo. Da sindacalista mi limito ad evidenziare il passaggio sui segni di stanchezza legati al lavoro. Ha ragione l’arcivescovo Delpini: le persone non sono stanche per la fatica, ma sono stanche di avere un lavoro mal pagato, insicuro, precario, che non permette di vivere in una città dai costi insostenibili. È una situazione che osserviamo tutti i giorni, fra i lavoratori e le lavoratrici delle aziende in difficoltà e le persone che si rivolgono alle nostre sedi per chiedere aiuto. Spetta a tutti – politica, istituzioni, parti sociali -, trovare le risposte per consentire a tutti un po’ di riposo.