Il Rapporto Ocse sottolinea i costi dell’assistenza nella terza età e il ruolo dei servizi pubblici
Il rischio di povertà aumenta negli anziani che hanno bisogno di assistenza e di cure, soprattutto in caso di esigenze gravi. Il problema, che non è solo italiano, è stato evidenziato nel Rapporto Ocse dal titolo “L’assistenza è accessibile per le persone anziane?”, diffuso il 29 ottobre. In un contesto in cui la popolazione sopra i 65 anni è in aumento, in modo particolare nei paesi europei, lo studio rileva un aspetto spesso trascurato della questione: i costi della long term care e il loro impatto sociale.
Si prenda, per esempio, un anziano con esigenze gravi, che, per una condizione invalidante di varia natura, abbia bisogno di 41,25 ore di assistenza alla settimana. In questo caso, l’assistenza può costare quasi sette volte il reddito mediano disponibile degli over 65, a seconda del Paese. Se il supporto delle istituzioni non interviene in modo sufficiente a coprire parte di queste spese, il rischio di povertà aumenta.
Rischio di povertà e long term care
Senza i servizi pubblici, Ocse stima che tra il 42% e il 95% della popolazione anziana con esigenze di assistenza a lungo termine sarebbe a rischio povertà. In tutti i Paesi analizzati dal rapporto, le donne sono esposte a difficoltà maggiori, dopo aver pagato i costi dell’assistenza, anche con il sostegno pubblico.
Nello scenario di invecchiamento, la percentuale di anziani con esigenze gravi passerà dallo 0,6% all’1,5% entro il 2050. La Corea dovrebbe registrare l’aumento più consistente (2 punti percentuali), seguita dalla Grecia e dall’Italia (oltre 1,5 punti percentuali ciascuno). Solo gli Stati Uniti registreranno un aumento inferiore di 0,5 punti percentuali. Di conseguenza, la domanda di Long term care aumenterà di oltre un terzo fino al 2050 e le pressioni di bilancio si intensificheranno. Considerando le stime sull’invecchiamento della popolazione e sulle future necessità di cure, si prevede che le spese correnti in tutta l’Ocse si moltiplicheranno di 2,5 volte entro il 2050.