Una ricerca presentata al Parlamento europeo rivela un aumento della violenza domestica, conseguenze sulla situazione economica e sulla salute mentale
Il forte impatto negativo della pandemia per le donne è stato evidenziato da uno studio realizzato in tutti gli stati della Ue e presentato recentemente al parlamento europeo. L’indagine è stata condotta da Ipsos tra il 25 gennaio 2022 e il 3 febbraio e ha riguardato in totale 26741 interviste, con dati valutati in relazione alle dimensioni della popolazione di ciascun paese intervistato. Emergono un aumento della violenza domestica, ripercussioni negative sulla salute mentale e sulla situazione economica. Aumentano i femminicidi, la violenza e lo sfruttamento sessuale, la violenza mentale e fisica, il divario retributivo.
Tre donne su quattro (77%) ritengono che la pandemia abbia determinato un aumento della violenza fisica ed emotiva. In tutti i Paesi tranne due (Finlandia e Ungheria) questo risultato è superiore al 50%, con percentuali che raggiungono il 93% in Grecia e il 90% in Portogallo e quelle non meno preoccupanti dell’Italia che arrivano all’84%.
Le conseguenze della pandemia sul reddito delle donne
Il 38% delle intervistate ha dichiarato che la pandemia ha avuto un impatto negativo sul proprio reddito personale. I risultati variano dal 60% in Grecia al 19% in Danimarca, mentre in Italia lo hanno dichiarato oltre quattro donne su dieci. Inoltre, secondo il 44% delle intervistate, l’emergenza sanitaria ha avuto ripercussioni anche sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Questo vale per poco più della metà delle donne in Italia (52%), a parità con Portogallo (52%) e Ungheria (51%) e picchi a Cipro (68%), in Grecia (59%), a Malta (58%).Infine, la pandemia ha accelerato il ritorno alle mura domestiche: il 21% delle donne sta valutando o ha deciso di ridurre permanentemente il tempo che dedica al lavoro retribuito. In linea con la media UE, la percentuale italiana si assesta al 23%. Preoccupante anche l’impatto della pandemia sulla salute mentale.
Le richieste delle donne al Parlamento Ue
Dalle donne intervistate viene richiamata l’attenzione del Parlamento Ue su queste specifiche priorità: tratta e sfruttamento sessuale di donne e bambini (47%), violenza mentale e fisica contro le donne (47%), divario retributivo tra donne e uomini e suo impatto sullo sviluppo professionale (41%), maggiori difficoltà per le donne nel conciliare vita privata e lavorativa (equilibrio vita-lavoro) (31%), protezione di donne e ragazze appartenenti a gruppi vulnerabili (30%).
Tra le misure chiave individuate per affrontare la situazione e alla base delle proposte ai paesi membri ci sono:
- rendere più facile denunciare le violenze contro le donne, anche alla polizia (58%, a livello UE, e prima misura in Italia con il 62%),
- aumentare le possibilità di cercare aiuto, per esempio attraverso linee telefoniche dedicate e sicure (40%),
- aumentare la sensibilizzazione e la formazione della polizia e della magistratura in materia (40%),
- potenziare l’indipendenza finanziaria delle donne (38%).
Nadia Bertin
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