Dopo una estenuante campagna elettorale, senza esclusione di colpi, e dopo il verdetto del voto dei cittadini è arrivata per tutti i partiti l’ora della responsabilità. Questi partiti possono anche cercare di continuare vivere (o sopravvivere) tra alchimie, tattiche e ripicche, noi cittadini e pensionati nooo!
In questi ultimi anni i pensionati sono stati costretti a grandi sacrifici per sanare i conti dello Stato. Si va in pensione più tardi, le pensioni sono più basse e si continua a fare consapevole confusione tra assistenza e previdenza. Noi continueremo a difendere il potere d’acquisto delle pensioni sempre più basso e continueremo a chiedere aiuto per gli anziani “poveri” con bassi redditi ormai sempre più numerosi del nostro paese.
Tutti i partiti hanno sostenuto che il sistema fiscale italiano va cambiato e che la pressione fiscale oggi è diventata insostenibile. Ma nessun partito ha sponsorizzato la lotta all’evasione fiscale che rimane una delle questioni principali di questo paese. Siamo ancora lontani anni luce prima di debellare questo vero e proprio cancro dell’economia italiana. Ogni euro evaso “significa “meno servizi sanitari, meno formazione, meno aiuti e supporti alle tante povertà che esistono nel nostro paese ma soprattutto meno investimenti per la crescita. La lotta all’evasione rimane al centro della nostra attenzione sindacale.
La Cisl insiste per aprire subito una fase di confronto nel Paese sulla riforma dell’Irpef per ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente, sulle pensioni e sulle imprese che assumono ed investono in innovazione e ricerca. La Cisl ha presentato una legge di iniziativa popolare per riformare il fisco e tagliare l’Irpef, proponendo di recuperare le risorse attraverso il contrasto di interessi che è la formula più sicura per debellare l’evasione fiscale, unita alla certezza della pena e alle funzioni ispettive. Il contrasto di interessi dove è stato applicato, ad esempio nell’edilizia, ha avuto davvero una risposta molto significativa perché rende davvero vantaggioso per i cittadini chiedere e poi scaricare in parte le ricevute fiscali e gli scontrini.
Le sempre più favorevoli condizioni di sopravvivenza della popolazione italiana comporta che gli anziani risultano essere i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie. Questa situazione deve indurre il Servizio sanitario italiano a un’attenta riflessione circa la necessità di ripensare culturalmente e riconsiderare strutturalmente le prestazioni sanitarie e la loro modalità di erogazione. Occorre mettere a disposizione le risorse necessarie per garantire livelli di assistenza adeguati per tutti, superando i limiti attuali che portano molte persone a non curarsi, a non potersi permettere visite e controlli periodici. In particolare occorre ridurre i tempi di attesa che obbligano a ricorrere alle prestazioni a pagamento erogate sia dal pubblico che dal privato. Una buona politica, con la P maiuscola, Dovrebbe predisporre gli interventi necessari per fare una sanità e un sistema assistenziale veramente in grado di rispondere ai bisogni delle persone anziane e delle loro famiglie. Dovrebbe investire nuove risorse invece di continuare a contenere la spesa sanitaria e sociale. Dovrebbe soprattutto combattere il grave fenomeno della corruzione e delle tangenti nella gestione delle risorse pubbliche.
Non si affronta come si dovrebbe il tema della “non autosufficienza”, rinviato nel nostro Paese. Il particolare sviluppo demografico meno nascite e più invecchiamento, sta radicalmente modificando la struttura sociale e gli stili di vita dei nuclei familiari. Il venir meno di quell’ammortizzatore sociale costituito dalle famiglie, oggi e in futuro, aumenta il rischio di povertà non solo economica ma anche relazionale. Questi mutamenti sociali, rendono necessario riformulare le tradizionali politiche della salute e dell’assistenza declinando adeguate politiche di “long term care” e raddoppiando gli investimenti sull’assistenza domiciliare. Da anni ci battiamo per la costituzione di un fondo integrativo – alimentato da contributi pubblici e privati di lavoratori e pensionati – per il sostegno della non autosufficienza. Da anni ci battiamo per interventi a sostegno della domiciliarità, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, per permettere alle persone con limitata autosufficienza di rimanere al proprio domicilio, nella realtà sociale di appartenenza. Da anni ci battiamo per sostenere e affiancare i familiari impegnati nei compiti di cura per contrastare isolamento sociale, impoverimento relazionale e solitudine: le famiglie sono sempre più in difficoltà, aumenta il numero dei non autosufficienti e diminuiscono i servizi. Chi riesce a restare a casa o si fa assistere da badanti o chiede aiuto ai Comuni, che però in molti casi hanno dovuto tagliare le risorse. E intanto calano i posti nelle Rsa, dove si concentrano i grandi anziani con i problemi più gravi.
Redditi, fisco, salute, lavoro, giovani e diritti dei pensionati: questo è il programma della Fnp Cisl Milano metropoli nei confronti del prossimo Governo che verrà – qualsiasi esso sia – della regione Lombardia e dei nostri Comuni continuando il nostro “fare” negoziazione sociale, per ottenere risultati, spesso non valorizzati, ma che portano benefici soprattutto alle persone che ne hanno maggior bisogno.
Dovremo marciare uniti, mettere da parte protagonismi e distinguo, perché dovremmo ormai aver imparato che senza unità tra i sindacati, pensionati, lavoratori e mondo giovanile difendere e conquistare diritti può diventare molto più difficile.
Emilio Didonè
Segretario Generale Fnp Cisl pensionati Milano Metropoli