Il Reddito di Cittadinanza è legge

Il 27/3 scorso è stato definitivamente approvato dal Parlamento il decreto che istituisce il Reddito di Cittadinanza.

“La mole di risorse impiegate, tra i 7 e gli 8 miliardi di euro, – scrive la Segreteria confederale in una sua nota – è sensibilmente superiore a quanto stanziato per far fronte alla povertà negli anni passati e questo rappresenta un fatto senz’altro nuovo e positivo, tenendo tuttavia bene a mente che le previste correzioni sugli equilibri di bilancio nei prossimi anni debbano trovare soluzioni che non determinino ricadute negative proprio su coloro che ricevono oggi i sostegni economici.”

Pur apprezzando le finalità del provvedimento, la CISL non nasconde le sue perplessità in merito alla concreta attuazione dello strumento contro la povertà: “La nuova misura giunge alla fine di un percorso assai celere nel quale il Governo non si è aperto ad un processo concertativo, dunque non ci ha coinvolto nella fase di costruzione dello strumento, mentre il Parlamento ha mostrato maggiore attenzione alle nostre istanze introducendo qualche modifica suggerita da Cgil-Cisl e Uil ed in particolare alcune revisioni proposte dall’Alleanza contro la povertà che ci hanno visto attivamente partecipi. Permane tuttavia la sensazione che la rapidità con la quale si è voluto introdurre lo strumento e la mancanza di un confronto adeguato con le istituzioni regionali e locali, le parti sociali e le associazioni che da anni si occupano di povertà sul territorio rischi di aver generato una misura che innanzi tutto non tenga nella giusta considerazione l’effettiva condizione delle strutture che dovrebbero sostenere la componente inclusiva per i beneficiari. “

La CISL conferma, inoltre, alcune critiche nel merito riguardanti la penalizzazione delle famiglie numerose e le norme discriminatorie verso i senza dimora e i cittadini di origine straniera: “Occorre rilevare che, nonostante le nostre puntualizzazioni avanzate nel corso della audizioni parlamentari, permangono una serie di criticità nella definizione dello strumento. L’importo del sostegno economico è particolarmente elevato per le famiglie monocomponente mentre risulta troppo contenuto per le famiglie con minori. Questo a causa di una scala di equivalenza appositamente creata per il nuovo strumento che tuttavia è troppo appiattita e poco rispondente agli effettivi bisogni dei più deboli, siano essi minori o disabili.

Lo sbilanciamento del sostegno a sfavore delle famiglie numerose è accentuato da una ripartizione del beneficio sbilanciata verso la parte reddituale rispetto a quella destinata alla copertura dei costi dell’abitare.

Un sostegno economico meglio tarato avrebbe permesso una maggiore rispondenza ai bisogni delle famiglie in difficoltà. I vincoli anagrafici imposti agli stranieri extra UE, risultano oltremodo stringenti e discriminatori, hanno dubbi profili di costituzionalità e sono contrari alla normativa della UE in materia, oltre a determinare ricadute negative anche sui senza dimora. ”

La segreteria della CISL conclude la sua nota impegnandosi a: “seguire attentamente l’attuazione del Reddito di cittadinanza al livello centrale e sul territorio, accompagnando e fornendo sostegno alle famiglie coinvolte sia con le nostre strutture che attraverso i nostri servizi.”


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