Rivalutazione pensioni: per la Cisl il provvedimento è da rivedere

La manovra penalizza le pensioni sopra i 2000 euro lordi mensili

Il provvedimento sulla rivalutazione delle pensioni, così come figura nella legge di bilancio, è da rivedere. In vista della convocazione dei sindacati a Palazzo Chigi, attesa per il 7 dicembre, e dopo che il Comitato Esecutivo Cisl si è espresso con un giudizio complessivo sulla Finanziaria, è Ignazio Ganga, segretario confederale, a spiegare i dettagli di una misura che ha suscitato, anche nella Fnp, decisa contrarietà.

La rivalutazione delle pensioni, che adegua le mensilità sulla base della variazione percentuale degli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati,  assume, quest’anno, un certo rilievo. L’inflazione, infatti, rischia di erodere il potere di acquisto dei lavoratori, ma anche dei pensionati. Questi i numeri: nel 2021 la percentuale di indicizzazione era del 1,9% dal 1 gennaio 2022. Il valore per il 2022, che avrà effetto dal 2023, è salito a 7,3% – salvo conguaglio -.

La perequazione delle pensioni  è più alta rispetto al passato, quindi, ma, come ricorda Ganga, la manovra del governo Meloni cambia

“il meccanismo di applicazione della perequazione a scaglioni faticosamente conquistato con la scorsa manovra finanziaria, per tornare al sistema di rivalutazione a fasce di reddito fisse e di ridurre nello stesso tempo le percentuali di rivalutazione. Queste scelte penalizzano significativamente le pensioni che si collocano oltre le 4 volte il trattamento minimo (circa 2.101 euro lordi mensili)”.

Rivalutazione pensioni: così non basta

Nel testo della legge di bilancio, all’esame della Camera dei deputati, è previsto anche un incremento straordinario, valido solo per il 2023 e il 2024, delle pensioni integrate al trattamento minimo (525,38 euro lordi mensili): sarà rispettivamente dell’1,5% e del 2,7%.

Anche in questo caso, però:

“Per quanto apprezzabile nelle intenzioni, questa integrazione non pare sufficiente a sostenere in modo compiuto il reddito dei pensionati e delle pensionate più deboli”.

La rivisitazione del provvedimento di indicizzazione, l’estensione della platea dei destinatari della  quattordicesima per i pensionati, l’incremento dell’importo e la previsione della rivalutazione della stessa sono alcune delle richieste che la Cisl porterà all’attenzione del Parlamento.