Le liste d’attesa infinite per accedere a una prestazione sanitaria non sono una fatalità da accettare con rassegnazione. Se i tetti massimi previsti dalla normativa sono superati da un’azienda sanitaria e non ci sono strutture alternative, il cittadino ha infatti il diritto di accedere a una prestazione intramoenia pagando l’equivalente del ticket, senza alcuna maggiorazione.
Peccato che questo diritto sia poco conosciuto e che gli sportelli delle Asl solo in rarissimi casi informano il paziente di questa possibilità. A confermarlo è Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanza attiva (Tdm):
«Il diritto ad accedere alle cure pubbliche in tempi certi – spiega -nonostante sia previsto da una serie di norme, nella realtà è ancora troppo poco conosciuto dai cittadini e ostacolato in pratica. Tra le cause c’è la scarsa trasparenza delle amministrazioni sui diritti dei cittadini. Ciò alimenta le asimmetrie informative, che penalizzano ancora una volta i più deboli. Sul rispetto dei tempi di attesa, sul corretto esercizio dell’intramoenia e più in generale sul rispetto dei diritti dei cittadini c’è da migliorare ancora molto dal punto di vista dei controlli, troppo pochi e con molte falle».