I lavoratori lombardi della sanità privata si sono fermati ieri per protestare contro il mancato rinnovo del contratto atteso da ben 12 anni.
Sono circa 50 mila in Lombardia, un quinto di quelli dell’intero paese, e chiedono di superare quella che i sindacati definiscono senza esitazioni “una vergogna”.
Lo sciopero che ha registrato grande partecipazione è durato l’intera giornata o turno di lavoro.
Dalle 9.30 alle 13.30 è stato organizzato anche un presidio davanti alla sede di Assolombarda a Milano.
Dopo oltre un anno di trattative il dialogo con Aris (Associazione religiosa istituti socio-Sanitari) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) è stato sospeso per l’indisponibilità dei datori di lavoro ad aumenti contrattuali.
“I datori di lavoro che si rifiutano di contrattare non sono da portare come esempio – spiegano i sindacati, precisando che la sanità privata è un settore importantissimo: il dumping contrattuale, le carenze di organico, lo sfruttamento dei lavoratori si trasformano in minore qualità dei servizi: non c’è qualità dei servizi se non c’è il rispetto dei lavoratori.
Cgil, Cisl e Uil rimarcano anche che “le famiglie fanno spesso ricorso al privato, convenzionato e non, spendendo oltre 40 miliardi l’anno. La sanità privata diventa strategica accanto a quella pubblica, e non è possibile che i lavoratori non abbiano un contratto”.
Il successo dello sciopero, riferiscono le sigle in una nota, “lo confermano i dati che stanno via via arrivando: chiusura totale delle sedi della Clinica Zucchi a Monza e Carate Brianza; all’Auxologico e alla Multimedica di Milano adesione all’80% e chiusi gli ambulatori; 70% di adesione all’Humanitas di Milano e al San Carlo di Paderno. Nelle strutture private di Brescia l’adesione è stata pari all’80% per ogni sede e i lavoratori che non hanno partecipato al presidio regionale a Milano hanno volantinato con bandiere e cartelloni davanti alle rispettive cliniche.
Il presidio sotto la sede di Assolombarda a Milano è stato “molto partecipato” – riportano i sindacati. Dal gazebo allestito sono intervenuti lavoratori e delegati provenienti da tutta la regione, per ribadire che non è più sostenibile questo blocco contrattuale.
Le controparti Aris e Aiop sostengono di dover ricevere finanziamenti dalla Regione, ma intanto fanno profitti senza riconoscere quanto dovuto ai propri dipendenti”. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl chiedono “un rinnovo dignitoso che preveda il giusto riconoscimento salariale e professionale, il riconoscimento dei diritti anche alla luce delle nuove norme. Infine la richiesta di vedere equiparato il contratto della sanità privata a quello della pubblica”.
Le 670 strutture sanitarie private della sola Lombardia erogano il 47% delle prestazioni sanitarie, in convenzione con la Regione, di diagnosi e cura.
Cecilia Augella da Conquiste del Lavoro