Voglio invecchiare diventando più giovane

Da alcuni anni, le istituzioni e gli enti preposti, ci raccontano che invecchiare non è una malattia,  in alcune tribù, infatti,  la figura del “vecchio” vuol dire “il saggio” a cui tutti devono portare rispetto.

Ma viviamo in una società dove è proprio così?

Una mattina ti svegli, ti guardi intorno e scopri, specialmente se sei rimasto solo, che regna il silenzio, le telefonate degli amici, che prima ti chiamavano con insistenza sono diminuite e anche le visite dei figli, se hai avuto la fortuna di averne, si sono diradate e ti rendi conto che ormai avvengono soltanto la domenica, per qualche oretta.

E … riflettendo su questa inaspettata solitudine capisci finalmente che stai invecchiando, che non servi più come una volta e che se hai voglia di fare, di imparare, di muoverti, devi cercare nuovi gruppi, nuove lezioni e nuovi ambienti.

Ma da soli tutto ha un significato più grigio, e poi magari ci sono i piccoli acciacchi fisici che ti impediscono di muoverti come vorresti.

Facciamo un passo indietro.

Lo Stato dovrebbe prendersi cura dei suoi cittadini over65  organizzando visite mediche e specialistiche per fare in modo che la vecchiaia venga vissuta in buona o discreta salute.

E’ inutile continuare a curare un solo organo per volta.

Bisogna acquisire la mentalità sanitaria di avere medici/geriatra che curino tutta la persona nell’insieme, dall’alimentazione allo stato psicologico per finire alla malattia.

Ma eravamo rimasti alla nostra solitudine. Al diavolo tutto!

Lasciatemi dire che, da soli, possiamo ritardare l’invecchiamento del nostro corpo e della nostra mente.

È vero, ci dicono da sempre  che il declino cognitivo è inevitabile ma, molte persone raggiungono età anche molto avanzate avendo un buon funzionamento mentale e mantenendo la propria autonomia nella quotidianità.

Oggi 31 luglio sto scrivendo questo articolo e Franca Valeri compie 100 anni.

Buon compleanno Franca. Ecco sto parlando proprio di Franca e tutte le Franca o Franco che ci sono in Italia.

Il nostro dna gioca un ruolo importante per invecchiare attivamente, ma altrettanto determinante è il nostro stile di vita.

Tenerci attivi ci aiuta a mantenere in equilibrio la nostra socialità, il nostro cervello e il nostro fisico.

E noi stiamo bene quando possiamo imparare cose nuove o dedicarci ad attività mentalmente stimolanti che rinforzano, potenziano e mantengono attive le nostre risorse mentali.

Apprendere qualcosa di nuovo ci aiuta a mantenere la nostra mente flessibile che ci protegge dai cambiamenti legati all’avanzare dell’età.

Dovremmo  affiancare alle nostre abitudini e routine quotidiane idee e attività nuove, diverse ma soprattutto in un contesto sociale.

In una parola. Dobbiamo evitare la solitudine e le lunghe ore di attesa che ci riservano le visite dei nostri nipoti e figli o, per chi non ne ha, di parenti prossimi. 

Dobbiamo soprattutto coltivare relazioni significative con altre persone.

Patrizia Egle Messina

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