La riflessione da un articolo sul supplemento Via Po di Conquiste del lavoro: lo sfruttamento del lavoro nelle miniere di cobalto della Repubblica del Congo
“Lo schiavo bambino del Lualaba” è il titolo dell’articolo, a firma di Roberto Rosano, apparso sul supplemento Via Po di Conquiste del lavoro, del 15 dicembre 2021. Rosano riporta la testimonianza di Luca Attanasio riguardo una vicenda che, a dispetto delle apparenze, ci riguarda da vicino: lo sfruttamento dei lavoratori del Lualaba, adulti e bambini, nelle miniere di cobalto. Il cobalto è sempre più richiesto nei paesi occidentali per sostenere la transizione ecologica: serve, infatti, per le batterie delle auto elettriche, per gli smartphone e per i pannelli fotovoltaici. L’articolo di Rosano cita a sua volta un’inchiesta pubblicata dal quotidiano Domani, che ha denunciato lo stato di sfruttamento estremo che coinvolge la popolazione africana.
Scrive Rosano:
“A noi Attanasio racconta che per una batteria di auto elettrica servono circa dieci kg di cobalto, il cui valore sul mercato occidentale si aggira tra i 300 e i 350 euro. «Questa cifra, però, è frutto di due giornate di lavoro, pagate non più di cinque dollari».
Lo schiavo bambino del Lualaba
I bambini sono scelti per lo scavo o per il lavaggio del cobalto. La corporatura esile li aiuta nell’introdursi nelle miniere, dove però devono affrontare cunicoli stretti e condizioni di lavoro pesanti e rischiose. Oltre a loro, lavorano nel settore del cobalto anche 160 mila adulti, uomini, donne, ragazzine.
La condizione di sfruttamento delle risorse africane a favore dei paesi occidentali non è una novità e lo schiavismo moderno, di cui Rosano parla senza mezzi termini, non è un caso isolato. Nel commento di Attanasio, però, non c’è una condanna della transizione ecologica, che è comunque un giusto passaggio, ma la convinzione che sia necessario
“ripulire la filiera e fare in modo che questa, che è una benedizione per il Congo, non diventi una maledizione”.
Nel pdf allegato l’articolo completo