La ricerca condotta in collaborazione con Regione Lombardia, con il supporto del circuito Bollini Rosa Argento
Le RSA in Lombardia prestano attenzione al lato umano dei servizi e delle cure agli anziani?
Il 4 marzo 2022 sono stati presentati alla stampa i risultati dell’indagine avviata tra ottobre e dicembre del 2021 nelle RSA lombarde dalla Fondazione Onda, in collaborazione con Regione Lombardia.
La ricerca mirava ad individuare il grado di umanizzazione dei servizi e dell’assistenza personalizzata nelle Case di riposo pubbliche e soprattutto private, quest’ultime presenti in gran numero nel territorio lombardo.
Tra le 392 strutture valutate, 266 in questa rilevazione hanno raggiunto un buon grado di umanizzazione dei servizi e di assistenza personalizzata, mentre 48 si sono distinte per l’ottimo risultato tra cui Milano, Monza Brianza . Varese e Bergamo sono risultate le province con il maggior numero di RSA con un livello definito ottimo.
Il 92 percento delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e delle Case di riposo lombarde è attento al lato umano della cura, il 13 % presenta una valutazione ottima, il 79% buona, ma persistono ancora 8 strutture su 100 non in grado di garantire servizi di assistenza attenti a cure personalizzate, alle relazioni e alla sicurezza.
RSA in Lombardia: che cosa manca
Secondo l’indagine, la grande maggioranza (95,9 percento) delle RSA ha dichiarato attenzione alla fragilità e ai bisogni della persona, al rispetto della dignità e della privacy, al percorso di accoglienza, alla tutela dei livelli di autonomia e mantenimento degli interessi personali; anche per la cura delle relazioni tra i professionisti, gli ospiti, i familiari, i cittadini e le istituzioni è stata dimostrata particolare attenzione dal 93 percento delle strutture. Carenti, invece risultano elementi come l’accessibilità fisica alle strutture soprattutto per la lontananza della sede da parcheggi e mezzi pubblici, la vivibilità e comfort dei luoghi di cura o la mancanza di altri servizi alla persona come parrucchiere ed estetista (elementi che riguardano il 53 per cento delle strutture).
Altro punto di criticità rilevato è stato l’accesso alle informazioni e la semplificazione delle procedure. Ben il 75 per cento delle strutture si è dimostrato carente, spesso manca infatti la traduzione in altre lingue della carta dei servizi o la possibilità di consultare online informazioni sanitarie degli ospiti.
Rilevante invece, nella grande maggioranza delle strutture, è l’attenzione alle tematiche della sicurezza, soprattutto dopo la pandemia.